Il PON, ovvero il Programma Operativo Nazionale per la Scuola - Competenze e ambienti per l’apprendimento 2014-2020 (FSE- FESR), agisce con un’ottica sistemica su tutto il territorio nazionale, al fine di ridurre i divari esistenti nell’istruzione, intervenendo anche in virtù delle risorse assegnate in misura diversa tra le Regioni del sud e quelle del centro-nord

La strategia del PON è contraddistinta da una forte integrazione fra gli interventi finanziati dal FSE e dal FESR, prevedendo sia investimenti volti a garantire l’equità dell’offerta curricolare e la qualità dei sistemi di istruzione (pre-scolare, primaria e secondaria e dell’istruzione e formazione professionale) sia investimenti volti ad aumentare l’attrattività degli ambienti scolastici. Gli investimenti in infrastrutture scolastiche e formative e in dotazioni tecnologiche, volti a dotarle di ambienti di apprendimento più adeguati, realizzabili attraverso il FESR, sono infatti strettamente complementari alle azioni di contrasto alla dispersione scolastica. In questa prospettiva, si intende sviluppare un concetto di “scuola aperta” in grado di diventare polo di aggregazione delle comunità locali, dove promuovere azioni di prevenzione del disagio giovanile attraverso ad esempio la pratica sportiva o azioni di educazione alla cittadinanza e alla legalità e altre azioni di contrasto alla dispersione scolastica.

La novità fondamentale, nella nuova programmazione 2014 2020 è dunque questa: per la prima volta, a beneficiare dei finanziamenti sarà l’intero territorio nazionale, comprensivo quindi di tutte le Regioni. Gli obiettivi di tale programmazione possono essere così sintetizzati:

  • Sviluppare la scuola digitale
  • Migliorare le infrastrutture scolastiche
  • Contrastare la dispersione scolastica
  • Migliorare le competenze chiave degli studenti
  • Realizzare azioni di orientamento e di raccordo scuola lavoro
  • Aggiornare e qualificare le competenze dei docenti e del personale della scuola

Un ruolo essenziale riveste inoltre la diffusione della società della conoscenza nel mondo della scuola e della formazione. La scuola italiana, come recentemente emerso da diverse indagini e sottolineato puntualmente nella valutazione ex-ante, continua a presentare importanti ritardi nel processo di diffusione delle tecnologie digitali. L’Italia è agli ultimi posti in Europa per presenza di connessione broadband nelle scuole, numero di studenti per computer, numero di studenti per laptop connesso in Rete, mentre è più vicina alla media europea, invece, per quanto riguarda la presenza delle Lavagne Interattive Multimediali (LIM). Oltre che per la presenza dei computer, l’Italia presenta ritardi anche nella loro dislocazione: la maggioranza (più del 75%) è nelle aule informatiche, mentre è bassa la presenza di computer in classe, fattore essenziale per l’integrazione degli strumenti digitali nella didattica quotidiana. Nonostante i miglioramenti registrati permane dunque, in tutto il territorio nazionale, un forte fabbisogno di intervento, sia per colmare i ritardi e avvicinarsi alla media europea in termini di dotazioni tecnologiche, sia per l’emergere di nuovi fabbisogni, legati alla rapida diffusione delle innovazioni tecnologiche e al processo di ammodernamento della scuola.

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